La paura, cruciale per la sopravvivenza, è uno stato emotivo atavico che accompagna da sempre il cammino dell’umanità.
L’Homo Erectus, che nonostante il nome non soffriva di priapismo, aveva paura. Di cosa, ci si domanda, e la risposta è, delle solite cose, di perdere i capelli, non avere amici sui social e venire sbranato da una belva feroce. Si ritiene che l’Homo Erectus abbia scoperto il fuoco perché aveva paura del buio.
Che cosa dire allora dell’uomo di Neanderthal, piuttosto affine all’Homo Sapiens ma con un senso dell’umorismo molto inferiore? Anche lui aveva paura, come tutti, di consumare velocemente la sua breve vita e finire nel dimenticatoio della storia. Si sbagliava di grosso, e la sua stella risplende vivida nel firmamento dell’evoluzione anche se, da quando hanno ricostruito il suo aspetto, ci si domanda se non sarebbe stato meglio lasciarlo dove lo si era trovato.
E veniamo a noi, all’Homo Sapiens che, anche se su questo mondo ci vive da molto meno rispetto a quanto ci hanno vissuto i dinosauri, è in grado di utilizzare al meglio le sue risorse, grazie anche al fatto di avere delle braccia più proporzionate rispetto a un T-rex.
Il primo uomo a comparire sulla Terra e ad aver provato paura è stato Adamo, conosciuto semplicemente così, senza cognome. Insieme alla sua compagna, Eva, aveva attinto, senza averne il permesso, all’albero della conoscenza, scoprendo così non solo la sua nudità, ma anche tutte le combinazioni vincenti del superenalotto dal 2000 al 2020 dopo Cristo.
Dio, famoso per gli attacchi di ira funesta, non la prese bene e Adamo, per la paura, andò a nascondersi sotto a un bidone della raccolta differenziata, sperando di non essere scoperto. Da qui la famosa domanda dell’Onnipotente, “Adamo, dove sei?”: Dio forse provvede, ma per il fatto di guardare il sole senza un paio di occhiali da sole adeguati, non è che ci veda poi così bene.
Sappiamo tutti come è andata a finire e adesso ci ritroviamo qui, in un mondo caotico, invece di goderci il giardino dell’Eden con in mano un bicchiere di Amarone.
La paura ci accompagna, tutti i giorni, da quando ci svegliamo la mattina fino a quando tentiamo la nostra prima rapina a mano armata. C’è però chi, di paura, non ne ha mai davvero avuta. O quasi.
Nathaniel Ermanno Lombrosicuro junior era nato il primo gennaio del 1970. A molti sarà sfuggito, ma quella non era una data qualsiasi: era il primo giorno dell’anno 1970, e per molti studenti significava più di 350 giorni alle prossime vacanze di Natale.
I genitori di Nathaniel Ermanno Lombrosicuro junior, Nathaniel Ermanno Lombrosicuro junior senior e Nathaniel Ermanno Lombrosicuro junior signora, capirono quasi subito che loro figlio aveva un dono, un dono mandato giù dal cielo, forse con un drone di Amazon.
Loro figlio non aveva paura di nulla. Se ne accorsero una mattina, una mattina fredda, grigia, piovosa, quando, aprendo la porta della cameretta di Nathaniel, che allora aveva tre anni, lo trovarono seduto, nudo, nel lettino, che leggeva alcuni testi di Cioran.
Spaventati (perché loro sì che di paura ne avevano), lo fecero visitare da un professore di filosofia teoretica. Dopo essersi rinchiuso in stanza con il bambino per quasi tre ore, il professore ne uscì sconvolto: nessuno, nemmeno un bambino di tre anni, poteva permettersi di dirgli che Hegel era un mentecatto.
Un anno dopo, in vacanza sulla costiera amalfitana, Nathaniel si lanciò giù da una scogliera al grido di “Epifenomeno”, mancò l’acqua e atterrò con un perfetto carpiato sopra un piatto di Delizia al limone. I genitori si spaventarono molto, soprattutto per il conto del ristorante, mentre Nathaniel non smise di ridere nemmeno quando lo portarono via in ambulanza, sedato.
In terza elementare, ingurgitò un piatto di spaghetti che aveva condito con del ketchup, mostrando doti di coraggio inaudite. Fu a quel punto che il bambino venne ricoverato all’istituto neurologico di Milano per alcuni accertamenti.
Dopo averlo sottoposto a numerosi esami, la neuropsichiatra infantile Mimma Mamma fece una scoperta incredibile: al posto dell’amigdala, Nathaniel aveva una foto del pulcino Pio. In questo modo era possibile spiegare il comportamento spavaldo e temerario del Lombrosicuro junior.
La notizia si diffuse velocemente e Nathaniel Ermanno Lombrosicuro junior partì per un tour mondiale dove la gente pagava un biglietto per salire sul palco e cercare, senza successo, di spaventarlo. Tuttavia, anche le storie più belle a un certo punto finiscono.
Un pomeriggio, mentre si rilassava leggendo i bugiardini dei medicinali, suo padre starnutì. Uno starnuto di quelli violenti, che se non stai attento vai a sbattere la testa contro il tavolo e ti viene un bernoccolo grosso come le palle di mio cugino.
Fu proprio quello starnuto che fece saltare in aria Nathaniel. Terrorizzato, si rifugiò dietro al divano, coprendosi con i bugiardini e trattenendo il respiro per due giorni, il tempo necessario ai genitori per trovarlo e procedere con una rianimazione tramite ventilazione artificiale e sonori schiaffoni.
I genitori, venuti a conoscenza di quello che era successo, si spaventarono: se si fosse scoperto, sarebbe stata la fine della carriera di loro figlio. Perciò, escogitarono un sistema per eliminare gli starnuti durante gli spettacoli.
Appena varcata l’entrata della sala, una maschera dotata di spray a soluzione salina procedeva al lavaggio nasale di ogni spettatore. La cosa risultava piuttosto spiacevole, ma gli organizzatori spiegarono la necessità di creare un ambiente privo di nasi tappati per poter permettere a Nathaniel Ermanno Lombrosicuro junior di trovare la giusta concentrazione.
Nonostante tutte queste precauzioni, accadde quello che non avrebbe dovuto accadere. Una sera si trovavano ad Apia, capitale delle Isole Samoa occidentali. Nathaniel era sul palco e numerosi samoani stavano cercando di spaventarlo con svariate tecniche: chi nascondendosi dentro a un portacipria, per uscirne facendo bu; chi mostrando denti che non venivano spazzolati da almeno un decennio; chi sequestrando i suoi genitori e minacciandoli fisicamente.
Nathaniel, però, rimaneva impassibile, e si impomatava i capelli con del gel che aveva acquistato al duty free dell’aeroporto. Sembrava che tutto stesse andando per il meglio, quando qualcuno iniziò a tirare su con il naso. Una, due volte. Le maschere accesero delle torce per individuare il responsabile, che ora aveva iniziato a emettere degli ‘E…e…e…’ forieri di cattive notizie.
Una maschera riuscì a stanarlo. Si trattava di Pasi Esaroma, gigantesco pilone di una delle squadre di rugby della città, centosessanta chili di potenza distribuiti su un metro e novantasette di altezza. La maschera prese la rincorsa, quindi decollò verso Pasi stringendo tra le mani un fazzoletto intriso di cloroformio. Non fece però in tempo a raggiungerlo, perché il giocatore, molto più veloce, starnutì.
Quello che produsse non poteva essere classificato come una semplice emissione di aria dai polmoni, ma prese le forme di una vera e propria calamità naturale, uno tsunami di germi che investì la maschera e chiunque si trovasse a meno di cento metri dall’epicentro.
Tale fu la violenza che Pasi Esaroma, per lo sforzo, si compresse tre vertebre cervicali. Per non farlo soffrire, fu deciso di sopprimerlo sul posto. Nathaniel Ermanno Lombrosicuro junior, dopo essere stato scaraventato contro il muro, cercò subito un posto dove nascondersi e, non trovandolo, decise di nascondersi dietro al suo dito. Rimase così per ore, tremando e piangendo per non essersi mai accorto di avere un dito così storto.
Il trucco ormai era stato scoperto. I Lombrosicuro dovettero cancellare tutti gli spettacoli programmati fino alla fine dell’anno, rimborsare i biglietti e cambiare identità. Da quel momento si chiamarono Nathaniel Ftrzaquitrkl jr, senior e signora, che era un cognome molto difficile da pronunciare se non si era una tastiera Qwerty schiacciata a caso.
Sono passati parecchi anni da quegli avvenimenti e di Nathaniel Ftrzaquitrkl jr, l’uomo che aveva paura degli starnuti, si sono perse le tracce. Sono giunte notizie di un tale che avrebbe sfidato alcuni coccodrilli del Nilo con delle coreografie di nuoto sincronizzato, per finire poi divorato dai rettili, per altro dopo aver ottenuto un punteggio veramente basso.
Non sappiamo se sia vera la notizia né se fosse davvero lui, ma nel caso il ristorante La muffa gli ha spedito il conto mai saldato per la cena del 12 ottobre 1988.