Personaggi
Il paziente, interpretato dallo psicoanalista.
Lo psicoanalista, interpretato dal paziente.
Primo etto
Studio dello psicoanalista. Una sedia e un divano. Due ampie finestre. Una scrivania piena di libri. Una libreria con una scrivania dentro. Due quadri appesi alla parete. Il primo è la riproduzione dell’Urlo di Munch. Il secondo è una riproduzione della riproduzione dell’urlo di Munch.
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. Il paziente raggiunge il divano e ci si sdraia sopra. Si addormenta. Lo psicoanalista lo lascia dormire. Passa un’ora. Il paziente si sveglia.
Lo psicoanalista. “Ci vediamo domani”. Il paziente esce.
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente raggiunge il divano e ci si sdraia sopra. Lo psicoanalista si addormenta. Il paziente lo lascia dormire. Passa un’ora. Lo psichiatra si sveglia.
Il paziente. “Ci vediamo domani”. Lo psicoanalista esce.
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente raggiunge il divano e ci si sdraia sopra. Lo psicoanalista si siede. Rimangono in silenzio per cinque minuti. Il pubblico si addormenta. Qualcuno esce.
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente raggiunge il divano e ci si sdraia sopra. Lo psicoanalista si sdraia sopra il paziente. Il paziente non è contento e nemmeno lo psichiatra, che lo trova piuttosto scomodo.
Lo psicoanalista. “Ci vediamo domani”. Il paziente prova a uscire, ma lo psicoanalista è ancora sdraiato sopra di lui.
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente raggiunge il divano e ci si sdraia sopra. Risuona il campanello. Entrano quelli di Poltrone&Sofà con un nuovo divano, eccezionalmente scontato all’ 85%. Portano via il vecchio divano con sopra il paziente.
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente raggiunge il divano e ci si sdraia sopra. Il nuovo divano è scomodo. Il paziente si alza ed esce.
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente raggiunge il divano e ci si siede sopra.
Il paziente. “È troppo scomodo per sdraiarcisi sopra”
Lo psicoanalista riflette. Non succede nulla per cinque minuti. Il pubblico protesta. Escono lo psicoanalista e il paziente.
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente raggiunge il divano e ci si siede sopra.
Il paziente. “È troppo scomodo per sdraiarcisi sopra”
Risuona il campanello. Entrano quelli di Poltrone&Sofà con il vecchio divano. Portano via quello nuovo. Il paziente ci si sdraia sopra. Si addormenta. Lo psicoanalista esce.
Secondo etto
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente raggiunge il divano e ci si siede sopra.
Il paziente. “Sento una voce”
Lo psicoanalista smette di fare le parole crociate. “Una voce?”. Il paziente si addormenta. Lo psicoanalista lo lascia dormire. Passa un’ora. Il paziente si sveglia.
Lo psicoanalista. “Ci vediamo domani”. Il paziente esce.
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente raggiunge il divano e ci si sdraia sopra.
Lo psicoanalista smette di fare le parole crociate. “Una voce?”. Il paziente si addormenta. Lo psicoanalista lo lascia dormire. Passa un’ora. Il paziente si sveglia.
Lo psicoanalista. “Ci vediamo domani”. Il paziente esce.
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente raggiunge il divano e ci si sdraia sopra.
Psicoanalista. “Cosa le dice la voce?”
Il paziente. “La senti questa voce? Vaf-fan-culo! Vaf-fan-culo!”
Il pubblico ride, ma è un dramma. Il paziente e lo psicoanalista, per protesta, escono di scena.
Terzo etto. E mezzo
Suona il campanello
Lo psicoanalista apre la porta. “Buongiorno. Si accomodi”. ll paziente entra con un prosciutto intero. Raggiunge il divano e ci si sdraia sopra.
Lo psicoanalista: “Come mai ha portato un prosciutto?”
Il paziente. Si guarda intorno. “Quale prosciutto?”
Lo psicoanalista, indicando con il dito: “Quello che ha appoggiato sul divano”
Il paziente: “Scusi, dove?”
Lo piscoanalista: “Di fianco a lei”
Il paziente indica il prosciutto: “Questo?”
Lo psicoanalista fa un cenno con la testa.
Il paziente: “Mi scusi, questo non è un prosciutto, ma Elena, la mia ragazza”
Lo psicoanalista. “A me sembra un prosciutto”
Il paziente: “Le dico che si sbaglia. È la mia ragazza”
Lo psicoanalista: “Dovrà ammettere che i tratti somatici sono quelli di un prosciutto”
Il paziente: “E allora, siamo ancora a questi discorsi? Mi scusi, ma la mia ragazza è nata in Italia”
Lo psicoanalista: “Mi parli di sua madre”
Il paziente: “Guardi, non la conosco molto. Ci ho parlato un paio di volte”
Lo psicoanalista: “Intendo la sua, di madre”
Il prosciutto si addormenta. Si addormenta pure il pubblico. Il paziente inizia a piangere. Lo psicoanalista si mangia il prosciutto. Cala il sipario.