Human – The Killers

And sometimes I get nervous / E qualche volta divento nervoso
When I see an open door / Se vedo una porta aperta
Close your eyes / Chiudi gli occhi
Clear your heart / Libera il tuo cuore
Cut the cord
/ Taglia la corda

Are we human / Siamo umani
Or are we dancer? / O ballerini?
My sign is vital / Sembra che sia vivo
My hands are cold / Le mie mani sono fredde 
And I’m on my knees / E sono in ginocchio
Looking for the answer
/ A cercare una risposta

Un pomeriggio di quasi quarant’anni fa me ne stavo in cucina a guardare la televisione. Era piccola, di colore arancione, senza telecomando. Trasmettevano un vecchio film sui vampiri, che forse ai tempi non era poi così vecchio. Il concetto di fascia protetta, nel 1981, non esisteva ancora. Nello schermo tutto era avvolto dall’oscurità, tranne una porta. La porta si apriva, lentamente, cigolando. Terrorizzato, ero salito su uno sgabello per cercare di spegnere la televisione. Purtroppo, durante questa operazione di emergenza, avevo fatto cadere la televisione, che si era disintegrata, lasciando al posto della piastrella un cratere. Alcuni scienziati ritengono questo cratere la prova schiacciante dell’estinzione dei dinosauri. Dopo avere udito delle grida di adulto pronunciare il mio nome, grida portatrici di nefasti presagi, per precauzione, ero andato a rifugiarmi in camera, chiudendo la porta a chiave e nascondendomi sotto il letto.

Quando i The Killers scrivono “qualche volta divento nervoso se vedo una porta aperta”, li capisco. Se è socchiusa, poi, figuriamoci. La canzone prosegue con un tentativo di gioco jouer, troppo complicato per ambire a un successo popolare. Un inciso totalmente scollegato dal resto e che pare fece litigare i membri del gruppo, incapaci di mettersi d’accordo su quale fossero le mosse giuste per “libera il tuo cuore”.

Arriviamo al punto nodale del testo: siamo umani o ballerini? Che cosa significano queste parole? Inizialmente si è creduto fosse un riferimento a Roberto Bolle, il prodigioso ballerino italiano che da anni incanta con le sue piroette artistiche e il pacco gigante il pubblico di tutto il mondo. Essendo Bolle sovrumano, la domanda deve essere riformulata: siamo umani o siamo sovraumani? Dopo aver visto come mangia il figlio dei miei vicini di casa, sarei più portato a optare per una terza categoria, il subumano.

L’interpretazione più accreditata è quella del critico del New York Times Jim Goal Bell che ha scritto che quella domanda “non significa un cazzo”. I fan della band, per protesta, hanno inondato il NYT con mail poco gradevoli, ma soprattutto sgrammaticate. La redazione ha dovuto lavorare per intere notti e fine settimana per correggere tutti quegli obbrobri.

Gli autori, sconvolti dalla esegesi del critico newyorkese, perdono il senso della realtà (già piuttosto basso), quello dell’umorismo e non capiscono se sono vivi oppure se sono ballerini, cosa che li costringe per qualche minuto a cambiare il titolo della canzone e a fare delle capriole all’indietro che mettono a dura prova il loro fisico e le loro menti.

Certo, i segni vitali ci sono tutti: mani fredde, e se mani fredde, allora cuore caldo, ed ecco che abbiamo un inequivocabile segno che conferma che la vita scorre ancora dentro ai loro corpi, facendoli danzare come dei ballerini che se uno li guarda, pensa, non sono mica umani. Forse subumani, e sarebbe da verificare come mangiano a tavola. E allora, che cosa rimane da fare?

Cercare una risposta. In ginocchio. In ginocchio da te, ma non solo, perché il te è una forma pronominale su cui non è che si può discutere all’infinito, tanto meno cantarci sopra parecchie note. La cercano dappertutto, in macchina, in cucina, nel giardino sul retro, nei fondi di bottiglia, negli occhi tuoi blu, qualsiasi posto che sia raggiungibile camminando sulle ginocchia e in cui si trovi parcheggio.

Ma se cercano una risposta, e non la risposta, quella da un milione di euro che ti svolta la vita, allora una vale l’altra, quindi non stanno cercando una risposta, ma stanno togliendo il senso alla realtà, perché se la loro realtà è basata su una risposta qualsiasi, allora la mia risposta è sì e deve andar loro bene. E viceversa. Capolavoro.