Pubblichiamo oggi il secondo, attesissimo studio sulla famosa canzone Il coccodrillo come fa.
Guardo sui giornali, non c’è scritto niente
Sembra che il problema non importi alla gente
Ma se per caso al mondo c’è qualcuno che lo sa
La mia domanda è ancora questa qua
Il coccodrillo come fa?
Sir David Asoreta ha studiato coccodrilli per tutta la vita. La sua passione per questo rettile inizia da bambino. Sir Asoreta passa ore a osservare la cintura di coccodrillo di suo padre.
“Un coccodrillo”, risponde a chi gli domanda che cosa voglia diventare da grande. Una bella soddisfazione per i suoi genitori, Carmelo ed Elisabeth Asoreta, orgogliosi che loro figlio non si conformi a tutta quella pletora di bambini che sognano in bianco e nero e desiderano diventare pompieri, calciatori o presenzialisti nei talk televisivi.
Dopo aver passato la sua adolescenza cercando inutilmente di assomigliare a un portafogli di coccodrillo, capisce che il suo talento mimetico è limitato. Si iscrive così alla facoltà di coccodrillologia, fondata dall’ex cuoco stellato Lamberto Nocciola, famoso per la sua ricetta di uovo di coccodrillo in salsa di salamella.
Lamberto sostiene la tesi secondo cui il coccodrillo non sarebbe un rettile ma il discendente diretto degli Aztechi. A chi gli fa presente che gli Aztechi non erano rettili, il Nocciola controbatte con un argomento che, ancora adesso, nessuno è riuscito a confutare: anche gli uomini non sono delle scimmie, eppure mangiano le banane.
David Asoreta, affascinato da tali sillogismi, si laurea in coccodrillologia e vince un dottorato di ricerca, concluso con il massimo dei voti con una dissertazione dal titolo Perché, dal punto di vista evolutivo, il coccodrillo non ha bisogno delle cure di un dentista.
Durante la discussione, il filosofo nichilista Marcello Loffa, che ha scritto un interessante libro che collega il significato del suo cognome con la perdita dei valori occidentali, gli domanda:
“Signor Asoreta”
“Signorina”
“Signorina Asoreta, va bene tutto, molto interessante il passaggio sull’uso scriteriato del fluoro e sull’evidente risparmio economico che la comunità di questi rettili ottiene grazie a una dentatura formidabile, ma potrebbe dirci il coccodrillo come fa?”
“Mi scusi?”
“Ecco, il cane abbaia, il gatto miagola, mia moglie sbraita, ma il coccodrillo?”.
Una domanda che apre una voragine che risucchia David Asoreta e il professor Nocciola con i suoi sillogismi. Lamberto Nocciola si dimette con effetto immediato, compra un piccolo appartamento a Valeggio sul Mincio e dedica la sua vita alla pesca di alborelle, lucci e carpe.
David Asoreta torna a casa, affranto, si chiude in bagno e ci rimane per sei mesi, a riflettere. Quando esce, si chiama Elena Astorri Palumbo. Nessuno intorno a lei sembra interessarsi ai coccodrilli e ai loro versi. Nessuno. Non una notizia al telegiornale, e nemmeno un trafiletto nei quotidiani nazionali. Niente.
“Come posso vivere così?”, si domanda la Palumbo. “E come è possibile affrontare la vita con tutte queste doppie punte?”. Va dal parrucchiere, a cui racconta tutto. Il parrucchiere non dice una parola, ma quando la Palumbo esce, chiama sua moglie, a cui racconta tutto. La moglie lo racconta alla portinaia, che lo racconta al tizio che vive al terzo piano che lo racconta a un suo amico, che si chiama Elena Astorri Palumbo.
Pensa che, forse, alla fine, ci sia ancora un po’ di speranza. Accende la televisione e vede il coro dell’Antoniano. Canta una canzone, Il coccodrillo come fa. Rimane lì incollata, fino alla fine. Una canzone meravigliosa.
Allora non è vero che il problema non importa alla gente. Importa, eccome se importa. Importa così tanto che alla fine ci hanno scritto sopra una canzone. E la canzone vuole spiegare a tutte le Elene Astorri Palumbo di questo mondo come fa il coccodrillo. E io, che la Elena Astorri Palumbo ho avuto la fortuna di conoscerla, posso assicurarvi che non è che lo dica proprio.
E allora, il coccodrillo come fa? Mi spiace, ma non c’è nessuno che lo sa. Capolavoro.