Seven nation army – The white stripes e tutto lo stadio

Poo po po po po pooo po
Poo po po po po pooo po po
Poo po po po po pooo po
Poo po po po po pooo po po

Io, la canzone, me la ricordavo diversa. Diversa come? Diversa come… come un’altra cosa. Una chitarra, da qualche parte, che introduceva. Una batteria, a seguire. E un testo.

Con l’italiano, a volte, faccio fatica, e l’inglese non è che lo mastico come mastico le cicche senza zucchero che il dentista mi ha detto FON-DA-MEN-TA-LI se non si ha a portata di molare lo spazzolino.

E sarà pure che lo mastico così così, però le parole mi suonavano in un’altra maniera. Più inglesi, tipo lovely e I beg you pardon. Con una certa musicalità per il senso.

Non che poo po po po po pooo po manchi di orizzonte di senso. Forse una linea dell’orizzonte un po’ sbieca, ma non meno significante.

Era il 2006, e l’Italia era diventata campione del mondo. I ricordi sono confusi, la memoria vaga, e anche se non ricordo con esattezza di cosa fossimo campioni del mondo, il suono di quel poo po po po po pooo po continua a risuonarmi dentro all’orecchio, che è piuttosto fastidioso quando cerco di addormentarmi.

Ma cosa vuole comunicarci l’autore con questo testo onomatopeico? Nulla. Non è fantastico? Il vuoto semantico in cui si infila tutto lo stadio, un vuoto pneumatico onomatopeico che al grido furioso di Siam campioni del mondo si libra in aria, va oltre quello che appare come semplice sport e diventa quello che non era, un insignificante significante che significa quello che non significava.

Scusate un attimo, ma l’infermiere mi deve dare la medicina. Queste pillole sono portentose.

Ho chiesto ad Antonio Labrador, un intellettuale di razza con cui condivido l’asciugamano nella sauna tutti i giovedì pomeriggi, che cosa ne pensa del poo po po po po pooo po inteso così e non viceversa. Il Labrador, intellettuale di razza, ha abbaiato un paio di volte, eseguendo poi con la narice destra la cavalcata delle valchirire di Wagner.

Anche se non ho inteso alla perfezione che cosa intendesse dire, ho il sospetto che volesse rispondere in maniera paradossale a una domanda paradossale. Come disse Wittgenstein, di quello di cui non si può parlare, meglio poo po po po po pooo po. Capolavoro.