Il fatto è che tu sai cosa cerco
Collo spalle mento
Sono un bastardo cronico
Stringimi forte
Il petto mi sorride xverso
E sgridami se ho torto e dopo
Uno a me uno a te
Uno a tutti e due
Talete di Mileto era un filosofo greco. Platone racconta che un giorno il filosofo, mentre camminava con lo sguardo rivolto verso l’alto a contemplare la volta celeste, inciampò e cadde in un pozzo.
A causa di questo incidente, Talete riportò dei seri traumi che lo fecero riflettere sull’origine del suo nome. Era forse identica all’origine di tutte le cose? Non lo sappiamo.
Quello che sappiamo, però, è che l’acqua era, per il milese, l’archè, il principio fondante. Per non parlare dell’acqua diuretica, un vero toccasana per i reni.
Per l’autore di questa canzone, invece, il principio di ogni cosa, verso cui è orientata la sua ricerca, è il trittico collo, spalle e mento.
Il Bazzese, un filosofo del linguaggio che da vent’anni vive appollaiato sopra un ramo urlando coccodè, sostiene che mento non sia un sostantivo ma si riferisca al verbo. “Mento: sono un bastardo cronico”, dove la cronicizzazione dello stato di bastardaggine appare come una palese bugia il cui fine è farsi stringere così forte da far sorridere il petto in maniera perversa.
Il significato è criptico e molti sono coloro che credono che chiunque abbia scritto questo passaggio debba averlo fatto dopo essersi farcito le narici con un etto di wasabi. Il Bazzese, al giornalista venuto a intervistarlo per chiedergli delucidazioni su questo verso così sfuggevole, depose un uovo in testa e lo redarguì con una raffiuca di sonori coccodè. Inevitabile il paragone con i koan zen.
L’autore, però, sa che la verità è qualcosa di difficile da possedere, anche se la si può ottenere a metà prezzo alla fiera di Sinigallia, e invita il suo interlocutore, o interlocutrice, a sgridarlo nel caso avesse torto. Notare il residuo di Super ego che pervade il testo con le sue ditina moraleggianti.
La strofa della canzone si conclude con un passaggio infantile, la divisione delle caramelle o dei giocattoli, a ricordarci che il fanciullino che è in noi ci ha anche rotto i coglioni. Capolavoro.