La cosa che detesto di più

Se c’è una cosa che mi dà veramente fastidio… Un momento. Ci sono un sacco di cose che mi danno fastidio. Una delle cose che mi dà più fastidio. Così, molto meglio. Eh, lo so, sto invecchiando. A dirla tutta, non sono mai stato particolarmente tollerante. Non che sia intollerante, nemmeno agli alimenti, ma ho una soglia di sopportazione bassa, a quattrocento metri sotto il livello del mare, tipo Mar Morto. E più invecchio, più sono le cose che non riesco a digerire. Per esempio, non sopporto il rumore di chi sgranocchia qualcosa mentre guardo la televisione. Quel fragore di mascelle in azione mi fa imbestialire. Dicono sia una malattia chiamata misofonia, malattia che secondo me si sono inventati per coprire un chiaro disturbo mentale.

Ricominciamo. Una delle cose che mi dà più fastidio in assoluto… In assoluto è forse un po’ troppo, perché ho una lista di cose che vengono prima di questa e che mi danno in assoluto più fastidio. Per esempio, i programmi televisivi imbecilli fatti da imbecilli per imbecilli. Questi non li sopporto proprio. È anche vero che non sono costretto a guardarli, e infatti non li guardo, quindi non è che poi mi diano così fastidio. Non guardo nemmeno quasi più la televisione, però, quando la guardo, non sopporto chi inizia a sgranocchiare qualcosa. Mi fa veramente impazzire.

Insomma, faccio fatica a sopportare chi sputa per terra. In strada, perché non ho mai visto nessuno che ne so, sputare sul proprio tappeto di casa. Magari ci sono, gli sputatori da tappeto,  se ne hanno uno, ma io non li conosco. Una volta ho sputato un pezzo di mela sul tappeto, ma era un tentativo di evitare il soffocamento. Non era uno sputo, ma una vera e propria espulsione. Ero già cianotico. Nessuno sputa di proposito sul pavimento di casa propria. Se lo fa, ci deve essere un motivo. Magari non c’è, perché la persona è pazza, e se sei pazzo, ogni motivo è buono per sputare per terra. Puoi sputare dove vuoi, se sei pazzo, sul lampadario, nel bidet, sopra il letto. Sul televisore. Allegria, amici telesputatori! Se sei solo, però, perché se sei sposato, puoi farlo solo fino a quando tua moglie non chiama l’ambulanza per farti portare via. Puoi sputare dentro l’ambulanza, e puoi continuare a sputare dopo che ti hanno dato la compressina di litio, ma non puoi farlo sul pavimento di casa tua.

Conoscevo un ragazzo, tanti anni fa, che abitava nel mio condominio e sputava sul vetro dell’ascensore. All’inizio non si sapeva chi fosse, c’era solo uno sputo sullo specchio dell’ascensore. Un Pollock con la bava al posto dei colori. Poi venne fuori che lo sputatore seriale era il ragazzo che abitava al quarto piano (o quinto?) e questa fu la fine degli sputi sopra lo specchio dell’ascensore. Non ho mai saputo il motivo che lo spingeva a compiere questo atto provocatorio, anti borghese e poco igienico, dai. Non credo fosse pazzo. E questo ci riporta al caso in cui la persona non è pazza, ma sputa sul pavimento di casa propria. Magari è un gesto di sfida all’autorità, anche se in casa propria sarebbe un gesto autoreferenziale che sfiorerebbe la coglioneria. Comunque sia, non avrei problemi con qualcuno che sputa in casa propria. Non lo vedo, non lo sento, non esiste. Come l’acaro.

Ma chi invece sputa per strada, che problemi ha? Intanto sono quasi tutti uomini. Magari ci sono anche delle donne che sputano per terra, ma io non le ho mai viste. Vero, non ho mai visto nemmeno i pigmei, ma so che esistono e quindi sulla base della mia esperienza dovrei evitare certe inferenze, però non ho mai letto nemmeno di donne che sputano per terra. Dove, però? Non mi sembra una notizia che possa finire sui giornali, tipo “Madre di tre figli sputa all’angolo tra Mascheroni e Pagano”. Se ci finisce, non è un tipo di giornale che leggo io. Non ufficialmente. Non saprei neanche che tipo di giornale potrebbe essere. Credo anche che non esista una letteratura scientifica su questo fenomeno.

Qualcuno ha analizzato dal punto di vista clinico chi sente l’esigenza di aggiungere all’arredo urbano il proprio escreato? Se la risposta è sì, allora non sono l’unico che perde un sacco di tempo in cose inutili. Perciò non me ne abbiano le femministe e gli ultras della parità di genere, ma questo è un’attività prettamente maschile. C’è poco da vantarsi, anche se sono quasi sicuro che ci sarà il record mondiale di sputo in lungo e in quel caso, va bene, possiamo fare un’eccezione. Io, personalmente, non andrei in giro a bullarmi del fatto che posso centrare il cartello dello stop a dieci metri di distanza, ma è solo la mia opinione. Viziata, naturalmente, perché non c’è obbiettività: non sopporto chi sputa per terra. Li senti che raschiano, mentre ti passano di fianco, e poi, fium, usano la bocca come una cerbottana e un battito di palpebre dopo il dardo di saliva è lì, spiaccicato sul marciapiede, tipo uovo all’occhio di bue. Che schifo.

“Ma D, sempre a giudicare! Tutta questa negatività, questo sarcasmo… Prova a metterti nei loro panni, a essere loro, e magari riuscirai a cambiare prospettiva. Sii costruttivo. Cerca di capirli”. Va bene, ci provo, ma non riesco trovarci niente oltre allo schifo. Non è un movimento politico o un manifesto artistico. Magari alla Biennale qualcuno lo chiama performance artistica ed ecco il nuovo genio, ma nella vita reale mi rimane lo schifo e la domanda: che cosa li spinge a sputare qui, in questo esatto momento, proprio mentre sto passando, invece che aspettare che ne so, che non ci sia nessuno o, meglio ancora, arrivare a casa ed espettorare nel lavandino? Sono come i cani, che devono marcare il territorio? Oppure è un bisogno fisiologico vitale, tipo che altrimenti muoiono soffocati? Non ho delle risposte. Perciò, non posso capirli, e nemmeno immedesimarmi.

L’ultimo dubbio che mi rimane è come comportarsi. È indubbio che il gesto gravita nell’area della maleducazione. La gente educata non sputa per terra. Quindi, una volta che il misfatto è compiuto, dovremmo riprendere lo sputatore e reguardirlo (“Non si sputa per terra”), oppure dovremmo lasciar perdere? Il primo caso ha senso solo se porta a una modifica del comportamento. Ti sgrido perché sei un lama metropolitano, e tu dal giorno dopo sei in grado di trattenere la scatarrata finché non sei sulla soglia di casa tua. Io, come ipotesi, la elimino subito perché non sono in grado neanche di far mettere le scarpe da pioggia ai miei figli quando fuori c’è la tempesta perfetta. Il secondo caso ha senso se si teme che il manigoldo manifesti la sua disapprovazione a suon di sberloni.

In conclusione, lasciamoli pure sputare per terra. Ne ignoro il motivo, e mi fa abbastanza schifo, ma le cose che non sopporto sono così tante che è inutile prendersela per tutto. Vi ho già parlato del rumore di chi sgranocchia qualcosa?