Esiste un paese al mondo dove le persone sono quasi tutte ricche. Un paese pieno di amministratori delegati, notai, imprenditori, dentisti, idraulici, mafiosi ed evasori fiscali. Pure i cibi sono ricchi. Di fibre e vitamine.
In questo paese le strade sono pulite, i treni arrivano puntuali e il tempo è sempre soleggiato. Sembrerebbe un paradiso terrestre. Per ricchi. Eppure non è così. Anche questo paese ha un suo lato oscuro, che cerca di nascondere. Alle statistiche.
E i dati parlano chiaro: 1,2% di poveri all’interno dei confini. Anzi, per essere più precisi, di povere. Roba da mettersi le mani nei capelli, se non rovinasse la piega del parrucchiere.
Un’antica legge di una decina di anni fa (il paese è stato fondato undici anni fa da un consulente finanziario che passava le giornate a cercare di tracciare cerchi per terra) stabilisce che all’interno del paese è accettabile solo una quota minima di povere.
I poveri, invece, possono soggiornare all’interno del paese solo se dimostrano di poter diventare ricchi nel giro di due ore. La quota non può superare lo 0,5%. Uno 0,1% in più e qualsiasi cittadino è autorizzato a utilizzare l’aspirapovere.
L’aspirapovere è un elettrodomestico di dimensioni limitate che ha un’unica aspirazione: aspirare le quote di povere superiori alla percentuale consentita. Aspira ad aspirare. Come funziona?
Quando il limite viene superato, il governo emana un comunicato ufficiale sulle reti nazionali. Da quel momento in poi chiunque può uscire in strada armato del suo bell’elettrodomestico e mettersi a stanare povere in tutto il paese.
Appena si intravede in lontananza una povera, con i suoi vestiti da povera, i capelli da povera e l’accento da povera, si accende l’elettrodomestico e tac, la povera malcapitatata, che è più povera che malcapitata, viene risucchiata dentro all’aspirapovere, gettata nel raccoglitore di povere indifferenziato, indifferente alla sorte di tutte queste povere, e depositata in uno stato canaglia, tipo la nostalgia, che provvede a farla lavorare sottopagata in modo che possa mantenere lo status di povera.
L’aspirapovere ha un costo da ricchi e viene prodotto solo su misura. Le liste di attesa sono interminabili. L’apparecchio deve essere anche rodato: non è possibile aspirare più di tre povere alla settimana per almeno un mese.
Certamente innovativo, l’aspirapovere ha suscitato qualche polemica: alcuni lo hanno accusato di essere uno strumento classista. Aspirare povere non sembra il più nobile dei fini. Altri, invece, ne hanno fatto una battaglia ecologica e sono scesi in piazza a protestare contro l’inadeguatezza del sistema di riciclaggio.
D’altronde, in un paese così, solo i soldi sono perfettamente riciclati.