L’altro giorno, nel mio bagno
Calpestai uno strano ragno
Che studiava i sacri testi
Intonando canti mesti
Mi guardò assai seccato
per averlo spiaccicato
Chiedo scusa, non l’ho vista
Dissi al ragno talmudista
Lui mi fece un gran sorriso
Disse che era circonciso
E che si era innamorato
Fuori da un supermercato
Di una shiksa magra e bionda
Bella come la Gioconda
A cui diede in dono un fiore
Come un vero seduttore
Lei lo accolse con sospetto
Timorosa del suo aspetto
Poiché un ragno religioso
Le pareva pretestuoso
Lui le disse, certo è strano
Che in un mondo solo umano
Un aracnide assai colto
Dal divino sia coinvolto
Per suo padre era importante
Che studiasse nonostante
Fosse per la maggioranza
Solo un ragno. Che arroganza!
La Torah notte e mattino
Per rispetto del divino
Anche pasteggiando insetti
Osservava i Suoi precetti
Una vita intera spesa
Ad attender la discesa
Di un messia poco formale
Che risparmi anche il maiale
Ora grazie al suo bel volto
Il suo cuore era in tumulto
E Dio aveva relegato
In un angolo isolato
La ragazza incuriosita
Dalla storia inaudita
Diede un bacio scandaloso
Al ragno peccaminoso
Per tre giorni chiusi in casa
A far sesso senza pausa
Era lei la donna giusta
O era da psicanalista?
Col quesito ancora in testa
Avanzò la sua proposta
La voleva come sposa
E una prole numerosa
Lei gli disse senti caro
Forse è meglio parlar chiaro
Sei un ragno e pure semita
Non puoi entrar nella mia vita
Questa storia nasce morta
Di te nulla me ne importa
Con te ho solo simulato
Per la fama ho copulato
Porta via ora le tue cose
Le tue fisse religiose
La tua pratica ortodossa
O ti scavo qui la fossa
Così il ragno trasognato
Fu sedotto e abbandonato
Per tre mesi dal dolore
Maledisse anche il Signore
E un bel giorno, a Ferragosto
Smise di essere indisposto
Verso il Dio onnipotente
E il suo credo intransigente
Si rimise lo zucchetto
Fece arrosto un bell’insetto
Poi lasciò il suo appartamento
Che era giunto ormai il momento
Di rimettersi in cammino
E trovare un posticino
Isolato da abitare
Dove la Torah studiare
Senza donne, tentazioni
Libero da distrazioni
Solo studio e ragnatele
Tutto al lume di candele
Alla fine del racconto
Mia moglie gridò, è pronto!
Dissi al ragno, per studiare
Qui nel bagno puoi restare
Me lo ha detto anche il rabbino
Meglio sotto al lavandino
Non c’è luogo più indicato
Per non esser calpestato
Ora caro il mio ragnetto
Ti saluto e ti prometto
Che da noi, se cerchi aiuto
Sarai sempre il benvenuto
E anche se non son credente
Troverai in me uno studente
Pronto sempre ad ascoltare
Un sapiente interpretare
A seconda dei contesti
La Torah, i sacri testi
E riempir la casa intera
Con i salmi e la preghiera
Prima che anche lui sparisse
Il ragno mi benedisse
Tu sei un giusto, veramente
Io ti son riconoscente
Poi mettendosi allo specchio
Disse, guarda, ora son vecchio
Compirò presto due anni
Folle fu vestire i panni
Di un moderno Casanova
Che in un colpo si ritrova
A fare la marionetta
Di un’astuta giovinetta
Io, di Dio un timorato
Nelle grinfie del peccato
Che infilatosi insidioso
Mi ha costretto a un vergognoso
Uso delle mie pudenda
Un futuro pien di ammenda
Questo è il pegno da pagare
Quando ci si fa ammaliare
Da chi invece d’esser pia
È una vera e propria arpia
Mentre io, solo un pivello
D’attirare in un tranello
Un aracnide geniale
Forse ingenuo, mai banale
Dimidiato tra il divino
E un impulso birichino
Che mi serva da lezione
Contro ogni tentazione
E mi insegni a controllare
Il mio impulso secolare
Stamattina l’ho trovato
Lì nel bagno, spiaccicato
Con un colpo di teiera
Nel suo scialle da preghiera
Sono andato da mia moglie
Con in mano le sue spoglie
Cosa hai fatto, sciagurata
Assassina, l’ho accusata
Un ragno stupefacente
Colto, buono, intelligente
Tolto via da questo mondo
Con un solo gesto immondo
E per questo, moglie mia
Ti ripudio, vado via
Troverò un posto qui in città
Dove studiare la Torah
Ma in un lampo, in un momento
Proprio qui, in pieno, sul mento
Fui colpito con potenza
Da tre sberle, una sequenza
Che mi fece vacillare
E del mondo dubitare
Oh tesoro, ho capito
Tu sei tutto scimunito
Poi mi disse, lava il bagno
Sbatti via lo strano ragno
Porta via le tue ossessioni
E non rompermi i coglioni
Qui finisce questa storia
Dedicata alla memoria
Di quel ragno solitario
Essere straordinario
Religioso, talmudista
Saggio, anticonformista
Che mi disse in un momento
Di sconforto, con sgomento
Eh, sì, qui te lo confesso
Sarò forse solo un fesso
O dai gusti un po’ all’antica
Ma mi manca assai la fica!