Da leggere con accento barese
“Antonio, prendi ancora un po’ di cordon bleu”
“Mamma, non ce la faccio più, davvero”
“Antonio, che, fai i complimenti adesso?”, domanda la nonna.
“No, sto pieno. Basta”
“Eddai!”, lo esorta sua madre, mentre allunga un pezzo di cordon bleu e lo infila in bocca al figlio, ingozzandolo come un anatra adibita alla produzione di fois gras.
Il povero Antonio, dopo aver già ingerito sei etti di pasta al forno, deve superare la prova del terzo cordon bleu con contorno di patate.
“L’hai lasciato un po’ di spazio per il dolce?”
“No, mamma, no.”
“Antonio, non vorrai mica offendere tua nonna, eu?! Sentirai che buono il suo torrone di mandorle”
“Sono sicuro, ma poi mi sento male”
“Famm’ nu trmon! Dopo ti prendi un bel sorbetto al limone”
E perché mai il nostro Antonio dovrebbe prendersi un sorbetto al limone quando lo sappiamo tutti che il sorbetto al limone non serve a niente. Però è buono.
No, in casi come questi, che precedono l’estrema unzione, l’unica cosa a cui bisogna ricorrere è Il TGestivo, un programma su misura pensato apposta per favorire la pepsi.
Come funziona? Se ci si sente sul punto di esplodere come il signor Creosote dopo aver mangiato la mentina nell’episodio de Il senso della vita dei Monty Python, si può mandare un messaggio WhatsApp a un numero dedicato descrivendo le pietanze mangiate, eventuali disturbi gastrointestinali e domande filosofiche varie.
Istantanemanete una redazione formata da ex giornalisti scientifici della rivista Cioè, piuttosto popolare negli anni Ottanta, si chiude in una riunione lampo durante la quale si accordono sulla strategia di comunicazione. Due minuti più tardi, sul cellulare del sottoscrivente, va in onda un’edizione personalizzata del TGestivo.
Torniamo ad Antonio. Concluso il pranzo luculliano, Antonio entra in agonia. Il corpo si attiva subito in difesa delle funzioni vitali, così che Antonio inizia a deflagare con violenza, rilasciando ettolitri di aria compressa. Cerca una posizione di conforto, ma non la trova.
Quando sta per subentrare la disperazione (“Lo sapevo che non dovevo mangiarlo, il torrone di mandorle, sono proprio un chèp d chiumm!”), si ricorda di quando suo cugino Libero, il cinghialotto, dopo essersi mangiato un’anguria intera compresa di buccia, fosse stato aiutato a superare una crisi gastrointestinale da una trasmissione chiamata Il TGestivo. Così, naviga su internet, trova le informazioni che gli servono e manda il seguente messaggio:
Buongiorno, sono Antonio di Bari, ho 45 anni. Ho mangiato una cofanata di friselle, tre porzioni di pasta al forno, tre cordon bleu con patate e un torrone di mandorle che se no mia nonna si offende. Ho perso i sensi due volte e arieggio che neanche la bora a Trieste. Sicuro che sto per esplodere. Mi aiutate? E già che ci siete, potreste dirmi perché c’è qualcosa piuttosto che il nulla?
Due minuti dopo, sul suo smartphone, va in onda il TGestivo.
“Buon pomeriggio, Antonio, e benvenuto all’edizione speciale del Tgestivo. Caro Antonio, ti siamo vicini: in quanto italiani, ognuno di noi è stato vittima almeno una volta di un episodio di ingozzatura da parte di qualche parente prossimo.
Hai fatto la cosa giusta. Tuttavia, basandoci sull’anamnesi e l’ordine derlle portate, non crediamo che ci sia alcun problema digestivo. Siamo convinti, invece, che tu sia incinta.”
“Come incinta? Sono un uomo!”, replica Antonio, stizzito.
“Antonio, non sei fluido per nulla. La medicina è una scienza abbastanza esatta ed è inutile protestare contro ciò che non può essere cambiato. Accetta il tuo stato e comportati di conseguenza”
Ad Antonio, per la rabbia, lo sconcerto e un pelo di preoccupazione, passa il mal di pancia e l’aerofagia, anche se inizia a perdere capelli a causa dello stress. Il Tgestivo è efficace.
“Per quanto riguarda la tua domanda filosofica, del perché qualcosa piuttosto che nulla, ti invitiamo a riflettere sul proverbio ‘Piuttosto di niente è meglio piuttosto’. Arrivederci”.