La forbicicletta è un prodotto immesso da poco nel mercato con un solo fine: far venire il mal di testa agli accademici della Crusca. Notorio, infatti, è il divieto di dire ‘la forbice’, parola che solo a pronunciarla causa improvvise crisi epilettiche a migliaia di maestre elementari.
Ora, invece, i severi studiosi della lingua italiana storcono il naso di fronte a questo neologismo, ma si rendono conto che ‘le forbicicletta’ creerebbe un precedente di puro analfabetismo.
La forbicicletta, perfetta per la città di grandi dimensioni, risulta un mezzo alquanto ostico per ottenere tagli di precisione. Questo, almeno, è quanto sostiene l’associazione nazionale dei parrucchieri itineranti, che vede nell’utensile su due ruote un classico esempio di come il dilettantismo abbia pervaso i pori della società, causando enormi problemi di doppie punte.
Perfettamente adatta, invece, a dare un taglio netto alla vita sedentaria del cittadino medio, quello che ritiene che l’allacciarsi le scarpe rientri di diritto nella categoria degli sport di resistenza, la forbicicletta è stata eletta attrezzo ginnico dell’anno da una giuria composta da nutrizionisti, dietologi, medici dello sport e Fidelio, un cane arrapato di proprietà di un fondo di investimento con sede alle isole Cayman che passa le giornate a strusciare il suo gingillo contro gli ippocastani di via XX Settembre, a Milano.