Gli standard di igiene variano a seconda dei paesi, della cultura e delle persone. Tommaso Sommato, un uomo tutto d’un pezzo soprannominato Tutto Sommato, tiene molto alla sua igiene personale e domestica: doccia mattina e sera, tre spazzolate energiche al giorno di denti, bagno e cucina lavati quotidianamente, pulizie di fino una volta alla settimana.
Al contrario il suo vicino, Igino Baudino, è quello che il vocabolario definirebbe come uno sozzone: doccia una volta alla settimana, insieme ai denti, casa lercia con aspirapolvere passato una volta al mese.
I due sono amici, ma solo sui social network perché Tommaso ritiene che l’amico Igino puzzi come un formaggio di montagna stagionato. Igino lo prende come un complimento e vanno avanti così, riempiendosi di Mi piace.
Poi, un giorno. Igino non ama cambiarsi spesso e nemmeno fare il bucato. Una mattina, però, gli ci vogliono più di due ore per recuperare le chiavi di casa, finite sotto a un cumulo di vestiti sparsi per tutto l’appartamento. Igino sa che è arrivato il momento, e lo scrive sul suo social network preferito perché certe cose necessitano del giusto spazio.
Così, quella sera, appena rientrato a casa, prende tutti i vestiti e li infila dentro la lavatrice. Pigia per bene e sta bene attento a che non straripino fuori prima di aver chiuso lo sportello. Dopo cinque minuti di lotta feroce con il bucato, riesce finalmente a far partire la lavatrice.
Il cestello inizia a girare, piano, e gradualmente aumenta di velocità. Aumenta anche il rumore, uno stridulo ‘Ihih, ihih, ihih’, ma Igino Baudino si accorge che il suono è quello delle sue ginocchia.
Quando il cestino incomincia ruotare in modalità centrifuga, la lavatrice si mette a vibrare, saltellare, oscillare in modo preoccupante. Sembra una coreografia di Ballando sotto le stelle. Un minuto dopo esce dal bagno, apre la porta di casa ed esplode, riversando litri di acqua sporca e chili di vestiti lerci che si uniscono a formare un’onda gigantesca.
Stiamo assistendo alla formazione di uno soztsunami, la cui furia si abbatte sulle scale del condominio, giù fino all’androne, e poi fuori, in strada, dove sta piovendo, e tutte le persone che in quel momento si vedono arrivare addosso l’onda anomala aprono gli ombrelli e iniziano a ballare, intonando un rap cantato che fa tipo così:
È arrivata tutta sozza questa onda birichina
Che un ammasso di sporcizia con lei appresso si trascina
Quando apriamo gli ombrellini e rappiam le canzonette
Ci si scorda il letamaio e si fan le piroette