Se non avete mai preso la metropolitana durante l’ora di punta, non sarete mai in grado di capire perché esistano milioni di persone al mondo che, ogni mattina, allo squillare della sveglia, dopo un paio di imprecazioni, ringraziano il Signore (o la Signora, ci mancherebbe) per avere reso possibile l’invenzione del deodorante.
Ripercorrendo insieme la storia, scopriamo che gli uomini (e le donne, ci mancherebbe), almeno fino al millesettecento, non puzzavano. Non è che non fossero dotati di ghiandole sudoripare, ma i concetti di profumo, aroma, effluvio e miasma, come il concetto di bellezza, variavano a seconda dell’epoca.
Quella che va dalla scoperta del fuoco alla regina Maria Antonietta aveva un alto grado di sopportazione dell’odore, perciò a nessuno, in quel lungo lasso di tempo, era mai venuto in mente di farsi una doccia di profumo.
La comparsa del primo deodorante commerciale avviene, a fine Ottocento, a Philadelphia, una città americana famosa per il formaggio, per un film e per Peppino detto la Raccomandata, un contorsionista italo americano che si spostava da un capo all’altro della città facendosi spedire tramite pacco postale. A chi sia da attribuire l’invenzione, rimane ancora un mistero. Ci sono tuttavia due ipotesi principali.
La prima, la meno accreditata, sostiene che il deodorante commerciale sia stato inventato da un deodorante commerciale. La seconda, prediletta dagli storici di professione, asserisce che l’inventore fosse un impiegato di banca stufo, ogni volta che saliva sull’omnibus, di essere preso in ostaggio da una pletora di ascelle maleodoranti.
L’introduzione del deodorante fu festeggiata nel mondo con fuochi di artificio, piroette e Gioca jouer. Sebbene non sia troppo complicato intuirne la funzione, non si comprende ancora come mai alcuni individui ne abusino, trasformandosi, ogni volta che si infilano in un vagone della metropolitana, in dei giganteschi Arbre magique.