La ruota

I più importanti studiosi del mondo, tra cui il mio grande amico Clemente D’animo che, pur non essendo né importante, né studioso, è stato intervistato dalla Gazzetta del ruminante proprio su questo argomento, ritengono che la ruota sia stata inventata dai Sumeri quattromila anni fa.

Diamine, quattromila anni è veramente molto, ma molto tempo fa e c’è da scommettersi che ci fosse penuria di un sacco di cose, tipo la fonduta o il movimento vegano.

Il fatto è che i figli dei sumeri, i sumari, che non amavano andare a scuola, leggere e imparare come si calcola il volume di un cono gelato, si annoiavano a morte e passavano le giornate a guardare video statici su delle tavolette di pietra.

Per arginare una pericolosa deriva, il vasaio Zukap, meglio conosciuto come Zucap, un uomo semplice ma dal cuore ipertrofico, una mattina si alzò e, dopo aver sbattuto il dito contro lo stipite della porta, si chiuse nel suo studio per tre giorni. Ne uscì con in mano il primo esemplare mondiale di ruota.

Quando la mostrò, tronfio, ai suoi concittadini, questi la scambiarono inizialmente per un ruotino e ne nacque una discussione filosofica: è nata prima la ruota o il ruotino?

Zukap non si fece intimidire dalla pressione intellettuale, attaccò alla sua creazione un po’ di cavalli, qualche carrozza ed ecco che una giostra era pronta per essere utilizzata da quella massa di bifolchi minorenni che almeno, da quel giorno in poi, avrebbero saputo come far alzare e abbassare le clessidre.

Zukap era un ingenuo, e non aveva capito l’impatto che la sua invenzione avrebbe avuto sulla storia del mondo e sulle gare di formula uno. Pensate solo alla portata rivoluzionaria che ebbe nei trasporti, a partire dai carri, che fino ad allora si erano mossi solo grazie a ruote quadrate, triangolari o scalene, organi meccanici di forme geometriche non adatte a spostamenti veloci o alle persone che soffrivano di ernia del disco o emorroidi.

Anche i ragazzini accantonarono tutte quelle figure della geometria elementare piana per fare finalmente la ruota, suscitando il plauso di padri, madri, circensi e scimmiette con i piatti.

Purtroppo, Zukap non brevettò la sua invenzione, cosa che fece invece il suo vicino, Zukat, che con i soldi intascati dal deposito del brevetto si comprò un Rolex, una decina di schiavi, un pacchetto di mentine e una villa con piscina a Miami.

La ruota ha prodotto un mondo più ricco anche dal punto di vista linguistico: pensiamo a un’espressione come ‘tutto ruota intorno a’ che fino ad allora non avrebbe potuto essere usata, e che ora invece è alla portata di tutti, dai grandi romanzieri a Gino il contadino, il simpatico omino che guida il trattore giocattolo dei miei figli.

Trattore a cui è attaccato un carro con un uovo gigante che contiene una gallina piccola piccola con dei pulcini piccoli piccoli, e quando sollevi il coperchio dell’uovo, parte una simpatica musichetta a centoventi decibel che si protrae per dieci minuti, generando scompiglio nel condominio e salate multe da parte dell’intransigente municipalità elvetica.

Carro e trattore, senza l’invenzione della ruota, se ne sarebbero rimasti parcheggiati in un angolo della casa, che è poi il luogo che si meriterebbero.

Oggi molti danno la ruota come qualcosa di scontato, ma non bisogna dimenticare che se adesso un asteroide colpisse la Terra, tutto verrebbe spazzato via in un istante. Non c’entra molto con la ruota ma, secondo me, gira lo stesso.