Qui di seguito troverete le trascrizioni di alcune sedute psicoanalitiche del grande psicoterapeuta Alberto G., svoltesi nell’arco di vent’anni e che una fonte che vuole rimanere anonima per questioni fiscali ci ha fatto pervenire in redazione.
Il dottor Alberto G., di cui non si hanno più notizie da quando il pupazzo Uan è scomparso dagli schermi televisivi, è stato un intellettuale che ha profondamente influenzato la società italiana, riuscendo persino a psicoanalizzarla. Wikipedia ne parla in questi termini: “Chiarissimo professore di psicologia dinamica al punto giusto, esimio psicoanalista freudiano ashkenazita e discreto ballerino di lap dance. Alberto G., l’uomo che è riuscito a guarire il criceto Rudi, che per due lunghi anni se ne era andato in giro convinto di essere la reincarnazione di un paio di baffi, facendo versare fiumi di lacrime a Pino e Adelina, i suoi piccoli proprietari con un ego spropositato e vagamente idiota. Alberto G., l’autore di ‘L’io, l’es e come fare benzina con il super io senza piombo’, un manuale che è stato accolto forse freddamente dal mondo della psicoanalisi, ma che ha fatto risparmiare un sacco di soldi a milioni di automobilisti. Alberto G., una vita da romanzo, mille amori, tre mogli e due mariti da mantenere e un matrimonio di convenienza con se stesso per cercare di pagare un po’ meno tasse”.
Per ragioni di privacy abbiamo deciso di omettere i cognomi dei pazienti, i numeri di telefono, la via in cui abitano e il loro numero di conto corrente. L’uso di queste registrazioni è strettamente personale e ne è severamente vietato l’utilizzo nelle manifestazioni pubbliche, durante le rapine a mano armata e come mezzo di baratto per beni come sigarette, ostie, biscotti con olio di palma e peli superflui. Buona lettura.
Alberto
Alberto è un paziente che ho seguito per dieci anni. Non ho mai capito esattamente di cosa soffrisse, ma so che non ha mai digerito il fatto di chiamarsi come me.
Settembre 2004
AG: Perché non ti sdrai
A: Ma sono già sdraiato
AG: Intendevo sul divano, non per terra
Il paziente si alza e va a sdraiarsi sul divano
AG: Mi spiace, ma la seduta è terminata
A: Come terminata? Sono appena arrivato
AG: Non secondo Freud. Ci vediamo la settimana prossima
Il paziente sospira
Giugno 2005
A: Buongiorno dottore
AG: Chi sei?
A: Come chi sono, dottore! Sono Alberto
AG: Impossibile, io sono Alberto. Comunque, entra pure
A: Dottore, sono già dentro
AG: Sento della resistenza. Vogliamo analizzarla?
A: Dottore, non sto resistendo, sono semplicemente dentro
AG: Classica negazione della realtà
Il paziente sospira
Luglio 2005
A: Dottore, ho fatto un sogno angosciante
AG: Raccontami
A: Ecco, ho sognato che mi trovavo in un campo desolato, brullo. Non c’era nessuno. Sentivo solo l’ululare del vento. Uuu… Uuu. Era giorno. Tutto d’un tratto, è diventato buio e da non so dove sono spuntati dei nani. Per essere dei nani, erano piuttosto alti, un metro ottanta, un metro e ottantacinque. Si sono messi a ballare, poi uno di loro, forse il capo, ha tirato fuori una clava gigante e mi ha colpito sulla testa. Ho provato a scappare, ma l’unica cosa che sono riuscito a fare sono state delle capriole all’indietro. Mi sono svegliato urlando. Cosa significa?
AG: Mhh. Mi sembra chiaro. Molto chiaro
A: Che cosa le sembra chiaro, dottore?
AG: Il significato. È lampante. Alberto, tu non accetti la gravidanza
A: Dottore, quale gravidanza?
AG: La tua, Alberto, la tua
A: Dottore, io sono un uomo
AG: Visto? Non riesci ad accettarla
A: Ma…
AG: I nani e la clava sono inconfondibili segni fallici. Tu ami tuo padre e vorresti morta tua madre
A: Intende il contrario?
AG: ?
A: Che amo mia madre e vorrei morto mio padre?
AG: Appunto
Il paziente sospira
Luglio 2007
A: Dottore, oggi mi è successa una cosa strana
AG: Sentiamo
A: Quando mi sono alzato, ho avuto la sensazione fortissima di avere già vissuto quel momento. Déjà vu
AG: Mhh… e cosa ti ricordi esattamente?
A: La lampada. Mi sono voltato, e ho visto la lampada. La vedo tutti i giorni, ma ieri è stato diverso
AG: Mi sembra chiaro. Molto chiaro
A: Che cosa?
AG: La lampada. È un evidente simbolo fallico
A: No, dottore, le assicuro che
AG: Tu hai un conflitto irrisolto con i suoi genitori. Ami tua madre e vorresti uccidere tuo padre, che ti impedisce di vivere pienamente questo amore
A: Dottore, non ho nessun complesso di Edipo, glielo assicuro. Il fatto è che
AG: Allora è chiaramente l’invidia del pene
A: Cos’è, un gioco a premi? E poi l’invidia del pene, mi scusi, ma è l’angoscia sviluppata dalle bambine
AG: Appunto. Tu non accetti la tua gravidanza
Il paziente sospira
Novembre 2010
Il paziente suona il campanello
AG: Non ci sono!
A: Dottore, apra, so che è dentro
AG: Non ci sono!
A: Dottore, è la mia sessione psicoterapeutica, e poi ho bisogno di parlarle
AG: Non ci sono! Di che cosa?
A: Mi sono ricordato di una cosa
Il dottore apre la porta
AG: Accomodati
Il paziente si sdraia sul divano
A: Mi è tornato in mente un episodio di quando avevo cinque anni
AG: Mhh
A: Ero al mare, con mio papà
AG: Al mare dove?
A: A Lido di Camaiore
AG: Ah, Lido di Camaiore. Ci sono andato con la mia famiglia per quasi dieci anni. Conosci per caso il Gianni Inganni?
A: No dottore
AG: Con la panetteria che sta davanti ai bagni Violetta
A: Dottore, non lo conosco
AG: Proprio davanti ai bagni Violetta. Con quelle tende blu e bianche. Ce le ha ancora?
A: Dottore, mi scusi, ma non lo conosco proprio
AG: Mhh
A: Dicevo, ero al mare con mio padre
AG: Prima hai detto papà
A: Come?… Ma, è la stessa cosa
AG: Se lo dici tu
A: Insomma, ero al mare con mio padre, una bella giornata di sole, mano nella mano, camminavamo sulla passeggiata, io mangiavo un gelato
AG: A che gusto?
A: Ma… ma che importanza ha?
AG: Alberto, tutto conta nella nostra vita. Tutto
A: Non me lo ricordo
AG: Peccato. Vai avanti
A: Basta, era questo il ricordo
AG: Tutto qui?
A: Sì
AG: Mi sembra chiaro. Molto chiaro
A: Cosa dottore
AG: Niente, è finita l’ora
A: Come è finita l’ora? Ho ancora cinquanta minuti
Il grande Alberto Gold apre la porta
AG: Alla prossima
Il paziente sospira
Luglio 2014
A: Dottore, mi sento guarito
AG: Da cosa?
A: Come da cosa? Da quel senso di… come è che lo chiama lei?
AG: Dimmi pure
A: No, dica pure
AG: Senso di…
A: Di in
AG: Di Ine
A: Ina
AG: Inas
A: Inad… Dottore, ma lei non si ricorda neanche di cosa soffro?
AG: Caro Alberto, che importanza ha? Tu ora sei guarito
A: Come fa a esserne sicuro?
AG: Esserne sicuro? Alberto, me lo hai appena detto. Non ti ricordi? Vogliamo parlarne? Non sarà ancora quella gravidanza, vero?
Il paziente sospira. Questa è stata la sua ultima sessione