Democrito nacque da qualche parte tra il quinto e il quarto secolo avanti Cristo. Crebbe in mezzo agli agi, che abbandonò per dedicarsi completamente allo studio e alla cura del suo Tamagotchi. Morì vecchissimo, centenario, e in punto di morte si immerse in una vasca di miele caldo a cui qualcuno aggiunse del latte che, come si sa, è un vero toccasana.
Per il filosofo, l’elemento originario e fondamentale dell’Universo è la figa. Sapendo che una teoria di questo tipo non avrebbe mai trovato spazio nei libri di scuola, decise di sostituirla con la concezione atomista. L’atomo, particella originaria indivisibile, non può essere esperito a livello sensibile, ma solo sul piano intellegibile. Che cosa significa? Niente, però gli ha permesso di farsi un certo nome tra la comunità dei filosofi. Antitetico all’atomo, e allo stesso tempo indispensabile, è il vuoto, che permette agli atomi di muoversi, incontrarsi e fare la spesa. Si pensa che il vuoto coincida con lo spazio, ma erroneamente. Democrito elaborò il concetto dopo tre giri consecutivi su Oblivion, la montagna russa di Gardaland che serve a risistemarvi lo stomaco per benino.
Sono molti quelli che, nell’eterno movimento degli atomi, hanno intravisto il germe del principio di inerzia, secondo il quale ogni corpo di genere maschile persevera nel suo stato di quiete sul divano fino a quando non arriva la moglie a sbraitargli nell’orecchio, ‘Sono tre giorni che la pattumiera si accumula sul balcone!”. Gli atomi sono tutti uguali, almeno di fronte alla legge, e si distinguono tra di loro per tre caratteristiche. La prima è la forma. Alcuni atomi hanno una forma pessima, frutto di anni di vizi e sedentarietà. Altri, invece, come gli atomi spartani, sono dotati di bicipiti che non sfigurerebbero di fianco ad Arnold Schwarzenegger. Poi c’è l’ordine. All’inizio, nel brodo primordiale, quello con il dado di manzo, c’erano quarantaquattro atomi in fila per sei con il resto di due che dava l’idea di una certa struttura. Con il passare degli anni, una parte di atomi ha iniziato a vivere nel caos, con i vestiti buttati per terra e la cameretta sempre in disordine. Infine, la posizione. Un atomo differisce dall’altro per la posizione sociale acquisita nel tempo e tramandata di padre in figlio. Come è facile intuire, tutte queste differenze si basano su rapporti quantitativi, e non qualitativi, un paradigma che verrà presto messo in discussione da Renatino, il cane intellettuale dei miei vicini che va pazzo per le crocchette di pollo.