Molti ritengono l’epicureismo una infiammazione invalidante, meglio conosciuta come gomito del tennista. Come mi ha fatto notare il mio assicuratore, che nel tempo libero si diletta con la fisioterapia, quella è una convinzione sbagliata e il gomito del tennista lo si riconosce per l’inconfondibile fisionomia a forma di racchetta.
L’epicureismo è una dottrina filosofica fondata da Epicuro e che conta molti seguaci, come Lucrezio, Catullo, Diogene di Tarso, Orazio e Uan, la mitica mascotte di Bim Bum Bam che nel 1984 passò alla storia come il primo pupazzo a inaugurare una serie di lezioni epicuree alla Statale di Milano, “Il piacere è tutto mio”.
Per l’epicureismo il fine ultimo della filosofia è liberarci dalle paure e aiutarci a raggiungere la felicità. Come cantavano i famosi epicurei, infarcendo il tutto con qualche spruzzata dal sapore eracliteo, “Felicità, è un cuscino di piume, l’acqua del fiume che passa e che va”. Basta seguire quattro semplici regole per vivere una vita alla Epicuro, una vita che se ne frega che se ne frega di tutto sì, ehhh!
Primo, liberare gli uomini dal timore degli dei. Per questo gli epicurei hanno chiesto una mano agli ebrei, che hanno ridotto drasticamente il numero di divinità, aiutando il genere umano a semplificare, e di molto, la propria vita.
Secondo, liberare gli uomini dalla paura della morte. Infatti, quando c’è la morte, non ci siamo noi, e quando non ci siamo noi, c’è la morte. Gli unici che dovrebbero continuare a temere la morte sono i ladri d’appartamento, perché sanno già cosa incontrano quando non ci siamo noi.
Terzo, dimostrare quanto sia facile raggiungere il piacere e, quindi, la felicità. Gli esseri umani di genere maschile lo hanno capito già da un pezzo: Gazzetta, divano, birra fresca e telecomando.
Quarto, dimostrare la brevità del dolore, che è effimero. Con il dolore sordo ci si convive, quello acuto passa in fretta, e con quello grave torniamo alla morte che se ci siamo noi non c’è, altrimenti arrivano i ladri ed è la solita storia.
Per onestà intellettuale ricordiamo che gli epicurei non hanno considerato il dolore provocato dal mignolo del piede contro lo spigolo di ferro del tavolo, un dolore repentino, simile alla morte ma molto meno facile da gestire.
Epicuro divide la filosofia in logica, fisica, etica e quella che non si capisce niente, tipo Heidegger.
La logica serve all’uomo per orientarsi nella ricerca del piacere. Questo fino a quando non sono state inventare le pagine gialle che contenevano una miriade di indirizzi dedicati proprio al raggiungimento del piacere.
Le sensazioni sono sempre vere perché derivano dalla verità. Tuttavia Rino Dentidilatta, un tizio del quartiere a cui, dopo aver tentato di aprire una portiera con i denti durante un litigio stradale, hanno sostituito tutti i denti con dei pezzi di latta, se ne è andato in giro per anni convinto di essere seguito dal presidente della Repubblica. Alla fine, si è scoperto che era solo deficiente.
Questo è per dire che le sensazioni a volte traggono in inganno. Tuttavia, gli epicurei, su questo, sono adamantini, e sono convinti che le sensazioni derivino dalle cose stesse, ergo sono vere. Nove su dieci ci azzeccano comunque.
La concezione della fisica è prettamente meccanicistica. Ci sono solo corpi che si muovono nel vuoto, senza rispettare i limiti di velocità. È evidente la natura non svizzera di tale concezione.
Tutto ciò che esiste non può essere che corpo, inclusa la pizza con l’ananas, che però viene considerata un corpo estraneo di origine aliena con il fine di distruggere il gusto estetico di miliardi di esseri umani. Questa è l’unica finalità ammessa dagli epicurei.
Per il resto, tutto ha carattere casuale, come la lotteria o i testi dei filosofi esistenzialisti. È il concetto di clinamen, ovvero dei corpi che, ogni tanto, deviano dalla loro traiettoria senza alcun motivo e si scontrano con altri corpi. Sembra una roba messa giù così, per scrivere qualche pagina in più, ma i luna park di tutto il mondo ci mangiano da anni con il clinamen (o autoscontro, se non parlate greco antico).
Gli dèi esistono, ma sono totalmente disinteressati alla vita dell’uomo, soprattutto a quella dello zio Lino, quarant’anni che si sveglia alle sette meno un quarto, mangia due biscotti e non ha ancora capito come allacciarsi correttamente le scarpe.
Gli dèi vivono tra un mondo e l’altro, e non hanno bisogno del passaporto. Non usano l’aereo dimostrandosi così sensibili all’argomento dell’inquinamento globale. Se vi chiedete come siano fatti, guardatevi allo specchio e avrete la risposta. Come ben descritti dal menestrello Frankie Aienergei, sono intorno a me, ma non parlano con me/sono come me, ma si sentono meglio.
Per l’epicureo medio, la felicità è il piacere. Esistono tre tipi di piaceri. I primi sono quelli necessari, come fare la pennica dopo mangiato, che dovrebbero essere istituiti per legge. Poi ci sono quelli naturali e non necessari, tipo pisciare giù dal balcone, che dovrebbero essere limitati per evitare di rovinare i rapporti di buon vicinato. Infine, ci sono i piaceri vani, che devono essere evitati del tutto, come la carbonara con la panna.
Negli ultimi due secoli gli epicurei, per adattarsi ai cambiamenti della società, hanno introdotto un quarto tipo, “Piacere” e “Piacere mio”, i cosiddetti piaceri innaturali ma educati che non servono a niente ma piacciono tanto alle vostre nonne.
E veniamo infine al tema della morte, cavallo di battaglia di Epicuro. Per il filosofo, la morte non è nulla: non è un male, non è un bene e non è nemmeno Max, altrimenti dovrebbe avere due paia di baffoni da tricheco. Con essa cessano il piacere e il dolore ma non i debiti che avete accumulato, perciò vivete con parsimonia.
Chi non ha mai temuto la morte, non troverà nemmeno la vita tanto terribile, a meno che non sia costretto a seguire la settimana della moda. Infatti, per il filosofo, quando ci siamo noi, non c’è la morte, e viceversa, una frase che a mio cugino non ha fatto temere meno la morte, ma lo ha fatto smettere di leggere gran parte dei filosofi. Il saggio è chi non disprezza la vita, non considera un male la morte ed evita di pisciare dentro a un tornado.
Epicuro e i suoi seguaci hanno avuto un discreto successo e, secondo il Corrierino del piccolo analfabeta, sono i filosofi preferiti da chi soffre di pressione alta.