Talete

Talete è considerato il primo filosofo della storia del pensiero occidentale. In realtà, una realtà puramente fenomenologica e slegata da ogni idealismo, sarebbe il secondo.

S. Moldavia, storico della filosofia, speleologo e imbattibile prestidigitatore per le feste dei bambini, ritiene che il primo filosofo che abbia cominciato a farsi tutte quelle domande, domande che in genere compaiono dopo il quarto bicchiere di vino, sia stato Teodoro Stikatzis, un pescatore vissuto nel 700 a.c.

Stikatzis, ogni volta che pasteggiava a ouzo, iniziava a piangere come una fontana e a farsi domande sul senso della vita. Riteneva che il principio di tutte le cose fosse il calamaro ripieno di feta, ma su questo non c’era unanimità di intenti. Tuttavia, sono in pochi a seguire il Moldavia, e nessuno di loro è considerato mentalmente stabile.

Torniamo a Talete. Il filosofo, nell’analizzare la realtà, abbandona il pensiero mitologico e getta le basi per quella che, passo dopo passo, diventerà la conoscenza scientifica.

Secondo Talete, il principio di tutte le cose è l’acqua. Non avendo mai scritto niente in vita sua, probabilmente per pigrizia, sono stati numerosi gli studiosi che hanno messo in dubbio questa affermazione.

Gli effervescenti, un gruppo di intellettuali che fanno coincidere l’inizio della civiltà con l’aggiunta dell’anidride carbonica nelle bevande, sono convinti che Talete ritenesse l’acqua gasata il principio di tutte le cose.

Liscia o gasata, poco importa: Talete era un genio e, come è facile dimostrare, non passava il suo tempo a litigare sui social network.